Dal 5 luglio 2017 sono entrate in vigore nuove regole per disciplinare l’intero settore del commercio dei metalli preziosi: di conseguenza questa normativa si applica ai compro oro, ai banco metalli e ai compro argento. Le nuove regole per l’esercizio dell’attività sono state approvate il 24 maggio 2017 dal Consiglio dei Ministri e sono state rese effettive il giorno successivo attraverso il Decreto Legislativo 92/2017. Di conseguenza, quando si tratta l’argento usato e l’oro usato, è necessario valutare quali siano le nuove regole per la procedura da seguire.
L’introduzione di una disciplina ad hoc consente di gestire in maniera migliore il settore dei compro oro, monitorandone e censendone la tipologia, il numero e l’attività. In questo modo si riesce a contrastare in maniera più efficace il riciclaggio di beni di dubbia provenienza e le attività criminali. Innanzitutto sono stati introdotti requisiti più stringenti per aprire un negozio di compro oro. In precedenza l’esercente doveva semplicemente avere una licenza per il commercio di oggetti preziosi per poter operare nel settore. Al tempo stesso il privato non doveva certificare la provenienza degli oggetti preziosi e dei gioielli che intendeva vendere, ma soltanto esibire un documento d’identità in corso di validità. Con la nuova normativa la permuta e la compravendita risultano tracciabili in quanto i titolari dei compro oro e dei compro argento devono osservare una serie di adempimenti e obblighi in tal senso.
Il Decreto Legislativo 92/2017 ha istituito un registro apposito al cui interno registrare gli operatori compro oro professionali; questi ultimi devono obbligatoriamente essere in possesso della licenza di pubblica sicurezza. Quindi i soggetti che sono diversi dalle banche devono quindi iscriversi a questo registro per poter svolgere la loro attività a norma di legge senza incorrere in sanzioni penali e pecuniarie. Al tempo stesso i nuovi requisiti prevedono la piena tracciabilità delle operazioni di acquisto e vendita dell’oro. Mentre in passato gli oggetti e i gioielli acquistati dai privati erano registrati nell’apposito registro delle operazioni insieme ai dati del cliente e alla loro sommaria descrizione, dal 5 luglio 2017 i compro oro sono obbligati a utilizzare schede numerate in maniera progressiva. In questi documenti vanno riportati la descrizione dell’oggetto prezioso alienato, i dati del precedente proprietario secondo quanto riportato nei documenti d’identità in corso di validità presentati al momento della transazione commerciale. Inoltre vanno indicate la quotazione applicata, la quantità totale di metallo prezioso vendita e la somma versata. Inoltre si devono allegare almeno due fotografie di ogni oggetto oppure di ogni gioiello alienato. Sia le schede numerate che le fotografie vanno conservate per 10 anni così da rendere possibile alle autorità competenti di fare i necessari accertamenti.
In secondo luogo le transazioni commerciali vengono monitorate e tracciate attraverso l’obbligo per i compro oro, i banco metalli e i compro argento di dotarsi di un apposito conto corrente per poter effettuare i pagamenti dei metalli preziosi. Infatti il Decreto legislativo ha abbassato contemporaneamente l’importo massimo per le compravendite in contanti di oro usato e argento usato: di conseguenza l’importo fissato come soglia per l’uso di denaro corrente non è più 1.000 euro ma 500. Se, quando si vende e si acquista metallo prezioso sotto forma di cianfrusaglie d’oro, oggetti preziosi, gioielli interi o rotti, monete pregiate oppure lingotti, le somme versate durante queste transazioni finanziarie superano questa cifra, è necessario effettuare il pagamento attraverso bonifici bancari oppure postali. Di conseguenza le operazioni risultano immediatamente tracciabili e consentono di avere migliori risultati dal punto di vista dell’anti-riciclaggio e della lotta all’evazione fiscale.
Infine tutti gli operatori hanno l’obbligo di segnalare tempestivamente qualunque operazione o comportamento sospetto e si sono innalzate le pene per chi trasgredisce nell’adempimento degli obblighi di legge. Ad esempio per chi non identifica la clientela attraverso un documento o non rispetta il limite di 500 euro per i pagamenti in contanti è prevista una multa dai 1.000 ai 10.000 euro.